Gli strumenti musicali in commercio sono davvero tantissimi. Si tratta, del resto, di un gruppo di oggetti ideati e adoperati dall’uomo sin dai primordi della sua storia. Con il tempo, le tecniche di produzione si sono naturalmente sempre più affinate e adattate ai tempi. Alcune tipologie di strumenti musicali, però, sono rimaste profondamente ancorate alle proprie radici culturali e sopravvivono soltanto in determinati luoghi del mondo. Per addentrarsi in questo affascinante racconto, e fare il punto su quali siano attualmente i migliori strumenti musicali in circolazione, bisogna stabilire delle distinzioni essenziali.
Usi e categorizzazioni
Una delle prime classificazioni divideva gli strumenti musicali in base ai loro materiali di costruzione. Per quanto oggi risulti imprecisa sotto molti aspetti, di questa catalogazione permangono tuttora delle significative reminiscenze. Un esempio su tutti è fornito dall’espressione “legni e ottoni“, con cui si suole indicare ancora oggi la famiglia dei cosiddetti “fiati“. Laddove i legni stanno ad indicare il flauto, l’oboe, il fagotto, l’ottavino, il clavicembalo ed il clarinetto; gli ottoni sono essenzialmente rappresentati dalla tromba, dal trombone, dal corno francese, dal flicorno, dalla cornetta e dalla tuba. Altra usanza, da lungo tempo trascurata, era quella di conferire allo strumento una caratterizzazione in base al suo impiego in ambito pubblico (a seconda, ad esempio, che venisse adoperato in una parata militare piuttosto che per le cerimonie religiose). Un criterio sempre abbastanza datato, ma più centrato sulla funzione musicale, vede invece gli strumenti categorizzati come ritmici, armonici o melodici.
Secondo quanto ivi riportato, gli strumenti musicali si suddividono in cinque famiglie:
- idiofoni
- membranofoni
- cordofoni
- aerofoni
- elettrofoni
Essendo una distinzione operata sulla base del metodo di produzione del suono, essa produce a sua volta delle sotto-categorie all’interno di ogni famiglia.
La classificazione Hornbostel – Sach
La classificazione Hornbostel – Sach classifica, dunque, come idiofoni tutti gli strumenti il cui suono viene prodotto dalla vibrazione del corpo degli strumenti stessi. A seconda della specifica modalità, si parla di idiofoni a percussione (es. triangolo e xilofono); a concussione (es. nacchere e piatti); a scuotimento (es. sonagli e maracas) e a scorrimento (es. guiro e scetavajasse). Come suggerisce il nome, nei membranofoni il suono viene invece originato dalla vibrazione di una membrana. Se le membrane possono essere percosse dalle mani o da battenti appositi, questi strumenti prendono il nome di tamburi. Se, al contrario, vengono movimentate da colonne d’aria, prendono il nome di mirliton (es. kazoo).
Gli strumenti musicali cordofoni sono quelli nei quali il suono viene emesso dalla vibrazione di corde, azionate tramite le seguenti possibilità:
- sfregandole con un arco (si parla quindi di strumenti a corde strofinate, di cui fanno parte tutti i cosiddetti archi: viola, violoncello, violino e contrabbasso),
- percuotendole mediante un martelletto (si parla qui di strumenti a corde percosse, il più celebre dei quali é il pianoforte),
- pizzicandole con le dita o con il plettro (sono gli strumenti a corde pizzicate, tra cui si annoverano: chitarra, basso, mandolino e liuto).
Gli strumenti musicali aerofoni producono i suoni grazie all’aria immessa al loro interno. Le differenze nell’ambito di questa categoria attengono essenzialmente al fatto che l’aria produca volume in una cavità dello strumento (e quindi si parla di aerofoni risonanti, come il flauto, l’oboe e la tromba) oppure no (e si tratti quindi di aerofoni liberi, come l’armonica a bocca).
Gli elettrofoni
La famiglia degli strumenti musicali elettrofoni è stata aggiunta alla classificazione principale solo nel 1937. Si tratta degli strumenti in cui il suono viene generato grazie ad una fonte di elettricità (ad esempio i sintetizzatori), oppure per induzione elettromagnetica (come nel celebre organo Hammond).
Diversificazione convenzionale
In base all’utilizzo nell’ambito di un’orchestra sinfonica, si utilizza tuttavia una catalogazione più semplificata. Essa prevede in totale sei raggruppamenti, l’ultimo dei quali é con ogni evidenza di tipo opzionale. Li indichiamo qui di seguito, non mancando di riportare in parentesi i nomi degli strumenti musicali corrispondenti, o perlomeno, di quelli più celebri e diffusi:
- strumenti a fiato : il suono è prodotto introducendo aria nello strumento musicale (tromba, clarinetto, oboe, flauto, sassofono)
- strumenti a tastiera: il suono è generato da un’azione sui tasti presenti (pianoforte, tastiera, organo, clavicembalo)
- strumenti ad arco: il suono è originato dalla sollecitazione delle corde mediante un archetto (violino, violoncello, viola, contrabbasso)
- strumenti a pizzico: il suono è prodotto dalla sollecitazione delle corde mediante i polpastrelli delle mani (basso, chitarra, arpa)
- strumenti a percussione: il suono è creato da un’azione di percussione, al di là della modalità in cui essa si esplicita (tamburi, maracas, triangolo)
- strumenti elettrici o elettronici: il suono é prodotto o amplificato grazie a un circuito di tipo elettrico (chitarra elettrica, basso elettrico)
La produzione del suono
Secondo quanto appurato finora, sembra dunque che il suono sia essenzialmente il risultato di una vibrazione. Come quella prodotta da un archetto che tocca una corda. O la vibrazione provocata dalla percussione ripetuta su un piano. Eppure, non bisogna dimenticare che, altrettanto centrale ai fini della produzione sonora di un mezzo musicale, è il sistema di amplificazione ad esso annesso.
Nel caso degli strumenti elettrofoni, l’amplificazione vera e propria è invece affidata comunemente ad una cassa esterna, collegata all’apparecchio mediante un cavo. Grazie ad una serie di comandi installati al di sopra di essa, la cassa fornisce all’utilizzatore svariate possibilità di modificazione dell’ampiezza e del volume delle onde sonore.
L’accordatura
Anche se si usa parlare di accordatura soprattutto in riferimento agli strumenti a corda pizzicata, si tratta di una regolazione che interessa tutti i dispositivi musicali. Ogni famiglia prevede, naturalmente, una diversa modalità di accordatura, a seconda delle caratteristiche degli strumenti coinvolti. Per un musicista esperto è comunque molto semplice effettuare questa operazione, basandosi solo sulle note emesse da uno strumento di qualsiasi tipo, che è stato precedentemente accordato. Chi invece non ha ancora acquisito una certa dimestichezza nell’ambito, potrebbe aver bisogno di un apparecchio apposito.
Già da qualche tempo hanno però fatto il loro ingresso sul mercato degli apparecchi elettronici molto più sofisticati. Questi sono dotati di un piccolo microfono, che riceve il suono prodotto dallo strumento musicale e ne riporta su un display la relativa frequenza (ed eventualmente il valore da correggere). L’indicazione può essere riportata tramite un dispositivo luminoso a led oppure mediante un frequenzimetro ad ago o di tipo digitale. Avendo questo utilizzo molto pratico e intuitivo, questi tipi di accordatore vengono sovente impiegati anche per correggere l’intonazione vocale, nonché quella degli strumenti ad arco (notoriamente caratterizzati da una “intonazione libera”). Nel caso si debba accordare uno strumento elettronico, basta invece collegare l’accordatore al relativo amplificatore e l’operazione di ricezione e analisi della frequenza musicale avverrà in automatico.
Parametri di scelta
Se ancora é tutto da imparare, infatti, può essere preferibile selezionare un modello generalmente poco costoso. I principianti tendono infatti a “maltrattare” in un certo senso lo strumento, perlomeno prima di acquisire quella padronanza utile a maneggiarlo nel modo corretto. Di tutt’altro affare si tratta se a compiere la scelta è un professionista. In questo caso, la preparazione tecnica e l’esperienza pratica acquisita “sul campo”, sono due indispensabili ed imprescindibili criteri guida nella scelta del prodotto più utile alle proprie esigenze.
In entrambi i casi, un buon compromesso potrebbe essere quello di optare per un prodotto di fascia base o al massimo intermedia. In tal modo si avrà a disposizione una buona base tecnica, indispensabile ad acquisire le nozioni necessarie ed a comprendere le risorse che il mezzo musicale offre anche a un livello d’impiego pratico.
Non è infatti poco comune manifestare interesse per un tipo di strumento, quando invece si sarebbe maggiormente predisposti ad utilizzarne un altro. E’ capitato a moltissimi artisti, anche parecchio affermati, di essersi inizialmente fissati con un mezzo musicale, solo perché si apprezzavano i virtuosismi compiuti da un musicista apprezzato in giovane età. Per poi scoprire, e in modo quasi del tutto fortuito, di possedere doti non meno valide, ma semplicemente più utili e vincenti se applicate ad un altro dispositivo di riproduzione sonora. Se non addirittura ad un altro settore artistico.
Anche se non si hanno necessariamente delle ambizioni di fama a livello nazionale o internazionale, é infatti opportuno selezionare comunque un prodotto della migliore qualità. Solo così si potrà avere la massima sicurezza nel gestire la performance sul palco, fare fronte nel modo più semplice ad eventuali inconvenienti tecnici e permettere, al pubblico presente, di godere di una produzione musicale di un certo valore. Per quanto, comunque, essa risulti ampiamente influenzata dall’ambiente in cui si svolge l’esibizione e dall’effetto diretto che esso ha sulla propagazione del suono.
Migliori prodotti
Da tutte le precedenti considerazioni, consegue che non esiste uno strumento musicale migliore in assoluto rispetto ad un altro. Ma si tratta di una scelta sempre, e prima di tutto, relativa alle proprie esigenze di ordine pratico. Non parliamo solo delle motivazioni personali che sottendono alla scelta di un dato strumento piuttosto che di un altro. Ma anche dello stile musicale che s’intende suonare, o comunque, con il quale si vuole iniziare a misurarsi. Molto spesso è infatti anche questo preciso intento ad avere un peso determinante nella scelta.
Queste case produttrici utilizzano infatti dei materiali di elevata resistenza e in grado di assicurare la migliore performance. Il motivo é presto spiegato. Mentre sfruttano le applicazioni e le intuizioni tecniche, tradizionalmente rivelatesi vincenti sin dal principio, propongono anche una serie di accorgimenti specialistici, che si sono affermati grazie ad una sperimentazione sempre puntuale e costante nel campo delle nuove tecnologie.
Marche e fasce di prezzo
Per quanto riguarda le marche da segnalare e le fasce di prezzo, esse hanno innanzitutto a che vedere con il tipo di strumenti musicali preso in esame. In secondo luogo, bisogna considerare che il costo di un prodotto risente di una serie di variabili molto particolari. Queste vanno dai materiali adoperati, alla metodologia di assemblaggio, passando ovviamente anche per l’implementazione di tutte le componenti meccaniche.
Generalmente più economiche, ma non per questo meno valide, sono le proposte fornite nel settore da Casio, Bontempi, Alesis, Martin Smith, 3rd Avenue, Navarra, Acustika e Rockjam. Alcune di queste collezioni sono consigliate in modo specifico ai ragazzi e agli studenti. Oppure a coloro che vogliono esplorare un nuovo percorso musicale, sperimentando l’uso di un diverso strumento.
Di buona qualità anche le dotazioni accessorie distribuite, tra gli altri, da Moriaty, Andoer e Neewer. I prezzi di tutti gli articoli in questione variano, in modo anche piuttosto sensibile, in base allo specifico prodotto ed alle sue dotazioni tecniche, nonché eventualmente anche a quelle di tipo accessorio. Si tratta inoltre di costi che, per natura, risultano soggetti ad una serie di oscillazioni di entità variabile nel corso del tempo. Per queste ragioni, consigliamo dunque sempre di verificare il prezzo del prodotto che si desidera acquistare presso i canali ufficiali delle case produttrici.
Collezioni per bambini
Preso le medesime case di produzione, è generalmente possibile trovare anche delle collezioni appositamente create per l’età infantile. Si tratta di strumenti che non hanno nulla da invidiare rispetto a quelli di gamma principale, perché sono realizzate con l’impiego degli stessi materiali e standard tecnici.
Per alcune categorie di strumenti sono presenti anche delle vere e proprie fasce di età, indispensabili ad orientarsi verso un acquisto il più possibile congruo ed in linea con le caratteristiche fisiche del proprio piccolo. L’età consigliata per l’acquisto di un vero strumento musicale (no giocattolo) cambia in base alla tipologia di strumento. Sicuramente, comunque, non é prima dei 6 anni. Per strumenti come la chitarra e la batteria, che richiedono una maggiore capacità di coordinazione, viene anzi normalmente consigliata una età minima di 8 anni. L’importante é che ci sia un reale interesse per la musica da parte del bambino, e che lo strumento sia lui a sceglierlo, in base ai suoi gusti ed alle sue inclinazioni personali.